GALLIPOLI E DINTORNI

I gioielli dell’entroterra e il mare nel parco

Single track nel Parco di Punta Pizzo

Non ha solo il mare Gallipoli. C’è un entroterra tutto da scoprire, un’area ricca di ulivi, muretti a secco e masserie, che apre le porte a una serie di piccoli borghi. Si parte dal Castello angioino, proprio all’ingresso dell’isola che accoglie la città antica. Si supera il ponte e si imbocca la riviera di ponente che offre la vista sul porto. Mentre si pedala si stagliano sulla sinistra i cantieri navali (km 1,1) con imbarcazioni di medie dimensioni a secco per la manutenzione che offrono un singolare punto di vista del bacino di mare interno.

Si esce da Gallipoli dopo averne attraversato buona parte, imboccando la strada che va verso la statale in direzione Sud ma facendo ben attenzione a svoltare a sinistra su via Pierpaolo Pasolini per evitare di trovarsi su una strada a scorrimento veloce. Si pedala in salita per qualche chilometro finché non si arriva a Alezio (km 7,7), dove si scopre una pagina di storia molto antica, quella dei Messapi, i primi abitanti del Salento. Nel Museo Civico (km 8,8) sono da vedere i preziosi monili e gli imponenti resti di tombe monumentali, accolti da una bella dimora settecentesca. Più in là c’è invece il Santuario della Lizza (km 9), cuore della fede popolare dell’entroterra gallipolino.

Appena usciti fuori Alezio tornano le suggestioni dei Messapi con l’area archeologica (km 10,6) di Monte d’Elia, un luogo magico che ha restituito una necropoli nella quale si stima ci siano almeno una cinquantina di sepolture, ognuna con il suo corredo che racconta la storia di un popolo dalla spiccata identità, a cavallo tra i greci e i romani, e che nel Mediterraneo trovava le sue ragioni di vita.

Si continua a pedalare in una campagna molto generosa tra campi coltivati, piccoli e grandi uliveti afflitti dalla Xylella e qualche vigneto, seguendo le strade a valle della serra. Sul dorso del rilievo si susseguono Parabita, Matino e Casarano, tutti a distanza di qualche chilometro. Si arriva invece a  Taviano (km 21,5), che si presenta con il suo borgo antico dominato dal Palazzo Marchesale De Franchis, che risale agli inizi del XVII secolo, e che oggi è sede del Municipio. 

Superati i vicoli e le stradine del borgo antico si prosegue per arrivare subito a Racale (km 23,7), oltrepassandola per iniziare la discesa verso il mare che si profila all’orizzonte. Dopo un paio di chilometri si passa vicino al Dolmen Ospina (km 26,6), testimone di un enigmatico passato: lo si raggiunge con una piccola deviazione su uno sterrato a destra che porta alla vicina masseria dominata da una torre, dietro c’è il dolmen parzialmente crollato.

Qualche chilometro e si è già sulla costa. Dirigendosi verso sud, si entra a Torre Suda (km 30,9), dove si raggiunge la storica torre che domina un’area verde a pochi metri dal mare. Si torna indietro imboccando una pista ciclabile azzurra che dà il via al tratto costiero dell’itinerario. Pedalando sulla litoranea, ma in un tessuto urbano, si raggiunge Mancaversa (km 33), marina di Taviano, che si attraversa fino a uscirne a nord, lasciando la litoranea ed entrando in una strada secondaria, un po’ dissestata.

È qui che ritorna in primo piano il mare. Ma per riscoprirlo bisogna inoltrarsi su uno sterrato polveroso che conduce a una grande area di parcheggio, attigua a una pineta. Per raggiungere il mare bisogna scendere dalla bicicletta ed entrare nel territorio di pertinenza dello stabilimento balneare. Siamo a Lido Pizzo (km 37,2). Solo attraversando la pineta si sbuca su una delle baie più belle del Salento: la spiaggia di Punta Pizzo.

Si continua nella natura entrando nel cuore del Parco naturale regionale Isola di Sant’Andrea e litorale di Punta Pizzo (km 37,4) seguendo un sentiero sterrato tracciato dal parco che spesso costringe a scendere dalla sella e proseguire a piedi, perché il fondo è sabbioso. Ma vale la pena avventurarsi in questo piccolo scrigno della natura di Gallipoli, circondati dal profumo di essenze della macchia mediterranea e della pineta in riva al mare.

Dopo un paio di chilometri si raggiunge Punta della Suina (km 39,7), con un’altra spiaggia favolosa, anche se monopolizzata da un lido. Per raggiungerla bisogna fare una piccola deviazione attraversando il bosco. Si prosegue sempre più o meno paralleli alla linea di costa finché l’inizio di una strada asfaltata non indica che il percorso natura è finito.

Si attraversa la litoranea e si prende una stradina parallela alla litoranea nel tratto occupato dai due grandi alberghi che sorgono sulla spiaggia. Si ritorna verso il mare di Gallipoli e si gira a destra imboccando una strada ciclopedonale proprio a pochi metri dal mare che corre dietro il cordone di dune dove sorgono i lidi che hanno fatto la fortuna della movida sulla spiaggia di Gallipoli. Si va avanti per poco più di un chilometro ed ecco, sulla destra, Baia Verde (km 44,5), la località turistica che prende il nome da una delle spiagge più belle (e affollate) della costa ionica del Salento.

Ancora un tratto di litoranea, che però torna a essere una strada asfaltata aperta alle auto, e si arriva a Gallipoli (km 46) incontrando subito Torre San Giovanni la Pedata (km 46,5), la storica torre che fa da vedetta a chi entra ed esce dalla città. Si entra nel tessuto urbano e si attraversa il centro, quando, ai piedi di quel palazzo che i gallipolini chiamano “il grattacielo” perché svetta sugli altri edifici assai più bassi, è ancora la storia a parlare con la fontana greca (km 48,8): senza acqua da quando fu costruito proprio quel grande palazzo, il singolare monumento secondo alcuni risale al III secolo a.C. ma il suo aspetto è rinascimentale.

Si imbocca lo storico ponte che porta all’isola su cui sorge la città vecchia e sulla sinistra, nello specchio di mare protetto dal bastione del Rivellino, ecco l’originale monumento al riccio di mare (km 48,9), un tocco d’arte contemporanea proprio davanti allo storico Castello angioino (km 49), una fortezza circondata dal mare, oggi attivo centro espositivo e culturale.

Si entra nel borgo per fare il periplo dell’isola e fermarsi alla spiaggia della Purità (km 49,7), una mezzaluna di sabbia dorata, lunga 300 metri, davanti a un mare trasparente dalle sfumature verde smeraldo, mentre davanti si staglia l’isola di Sant’Andrea con il faro. Alle spalle della spiaggia, invece, c’è la chiesa della Purità, cuore della fede dei gallipolini, che hanno costruito non una ma numerosissime chiese con la facciata rivolta al mare per invocare protezione ai propri marinai e pescatori.

Ancora qualche pedalata e si conquista il traguardo davanti al vecchio mercato, oggi piccolo centro commerciale, attraverso il quale (lasciata la bici) si può entrare nel Castello angioino, la fortezza che racchiude la storia antica di Gallipoli.

info tecniche

Percorso:
circuito, senza segnaletica

Punto di partenza/arrivo:
Gallipoli

Lunghezza:
km 50,7

Dislivello:
+251/-251

Strada:
asfalto (80 per cento) e sterrato (20 per cento)

Paesi interessati:
Gallipoli, Alezio, Taviano, Racale, Torre Suda (Racale), Mancaversa (Taviano), Baia Verde (Gallipoli)

Difficoltà: bassa

Bici consigliate:
Trekking, Gravel, Mountain Bike

Tempo di percorrenza:
4/5 ore

Itinerario proposto da:
salento.bike

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